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La cosmesi vegana varrà 21 miliardi di dollari entro il 2025

La domanda di prodotti di bellezza vegani, cioè privi di materie prime di derivazione animale e non sottoposti a test di alcun tipo con uso di cavie di laboratorio, dilaga. Aumenta la consapevolezza di consumare in modo meno bulimico e più attento all’ambiente e al mondo animale. In nome di una maggiore etica nello shopping i consumatori leggono volentieri le etichette dei prodotti cosmetici prima di metterli nel carrello e scartano quelli che non corrispondono al proprio stile di vita o al proprio credo. Così si è avviato il processo di ipersegmentazione dei consumi e i prodotti per lo skincare vegano accontentano adesso il 36% dei consumatori di tutto il mondo. Non poco se si considera la tenera età di questa categoria di prodotti. Quanto vale il mercato mondiale dei cosmetici vegani? Ben 12,9 miliardi di dollari, nel 2017 e per gli analisti di Grand View Research che hanno appena pubblicato un report mondiale sul tema, varrà circa 21 miliardi di dollari entro il 2025.

“La domanda è radicata nei millennials ma è nascente anche nel resto della popolazione a fronte di un aumento di preoccupazioni sulla salute e la sicurezza di ciò che si consuma, quindi di una coscienza più attenta all’ambiente”, dicono gli studiosi.

Stimolano l’aumento del nuovo senso di ‘veganesimo’ gli influencer e le celebrites del momento che adottano uno stile di vita ‘vegano’, oltre ai blog e ai social media più seguiti che sottolineano i benefici di scelte di bellezza ‘chemical-free’. Convincono a cambiare i consumi anche i continui allarmi sull’aumento dell’inquinamento ambientale e i rischi legati all’uso di sostanze chimiche inquinanti.

Si legge nello studio: “Sta notevolmente cambiando la percezione dei consumatori verso prodotti privi di derivati animali che, insieme alla crescente popolarità dei cosmetici sostenibili sta alimentando la domanda di prodotti a base naturale. L’uso di sostanze di derivazione naturale aiuta a ridurre l’inquinamento e riduce la dipendenza dai prodotti a base di petrolio. Tutto questo contribuisce al boom della cosmesi vegana”.

Ma i prodotti vegani sono davvero privi di chimica? Non esattamente perché tutti i processi impiegati per fabbricare i cosmetici sono chimici. Casomai la differenza, rispetto di classici belletti, può essere la scelta di materie prime biodegradabili e non di derivazione animale. Sul fronte ‘no test su animali’ anche si dibatte perché nessun prodotto venduto nei paesi europei lo è, vegano oppure no, quindi non si tratta di una qualità in più ma di una caratteristica che andrebbe data per scontata per tutti i belletti.

Nel frattempo il mercato vegano si dimostra essere il più competitivo nel mondo perché ora vi partecipano un numero elevato di multinazionali con diverse linee cosmetiche nei loro portafogli. Le case produttrici dimostrano inoltre un occhio attento all’innovazione e usano non solo più ingredienti originali, come i derivati da minerali e da piante, ma li estraggono e li lavorano con raffinati sistemi di chimica verde, che no inquinano e permettono di coltivare perfino erbette e piante in luoghi riservati, protetti dall’inquinamento, e senza andare a intaccare l’ecosistema.

Anche l’industria per la cura dei capelli include shampoo, balsami, mousse, gel, spray e maschere vegani. Diverse aziende, come Zuzu Luxe e Bare Blossom, investono in attività di ricerca su questo fronte ed esplorano il mercato per trovare ingredienti organici come l’olio di babassu, ricavato da una palma brasiliana e gli estratti di sandalo prodotti in Australia occidentale, che pare siano molto apprezzati dai consumatori di tutto il mondo. I produttori di cosmetici attenti all’ambiente pensano anche a tutte le fasi di progettazione, produzione, imballaggio e conservazione dei prodotti vegani , incluso l’uso di inchiostri vegetali per stampare le etichette delle confezioni e un maggiore uso di packaging compostabile.

Poi c’è anche il trucco vegano. Quali sarebbero i vantaggi? Rispondono gli analisti: “Minore uso di ingredienti, nessuna sostanza chimica dannosa, niente sottoprodotti animali, molta più idratazione grazie agli estratti vegetali e formule ideali per la pelle sensibile”.

I reparti dei negozi fanno sempre più spazio a prodotti di bellezza ‘cruelty-free che vengono pubblicizzati dalle marche più note come L’Oréal e Unilever ma il vegano è anche indice di lusso. In tutti gli Stati Uniti e in Germania negozi come Bloomingdale ‘e Neiman Marcus mettono in mostra prodotti cosmetici ‘premium’ vegani nei reparti dedicati agli accessori di lusso e alla moda. Anche le case specializzate in cosmetici termali hanno reso la strada vegana, come Bella Reina che offre servizi per trucco, spa e massaggi con prodotti cruelty-free.

E gli uomini? Le multinazionali non li trascurano affatto. Per loro producono gel per il viso, detergenti per il corpo e deodoranti vegani. Aziende come Superdrug, Bulldog e The Body Shop hanno una lista completa di cosmetici per uomo, molto apprezzati.

Alcune company che commercializzano in tutto il mondo spiccano per una radicale scelta di produzione vegana. Le include il report di Grand View Research e le riportiamo di seguito:

Zuzu Luxe, Ecco Bella, Bare Blossom, Emma Jean Cosmetics, Modern Mineral Makeup, Urban Decay, Arbonne, Pacifica, Nature’s Gate, Beauty Without Cruelty, Billy Jealousy, and MuLondon Organic. Le company ‘key trend’ del momento però sono Urban Decay, Ecco Bella, Bare Blossom, Billy Jealousy, MuLondon Organic e Modern Minerals Makeup. Queste aziende stanno allargando i loro confini operativi in diversi paesi del mondo.

Non mancano I siti internet che sposano il commercio vegano. I più cliccati al mondo sono Vegan Cuts, Pangaea Vegan Store e Vegan Essentials. L’e-commerce pare essere il mezzo preferito per lo shopping alternativo e verde, in particolare per le donne che si fanno anche stregare dalla grande disponibilità di offerte promozionali che invece non trovano nella profumeria sotto casa.

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